17/06/2020

RIDUZIONE DELLA CIRCOLAZIONE DI CONTANTE IN ITALIA DURANTE LA PANDEMIA COVID-19

La pandemia di Covid-19 e le conseguenti misure restrittive hanno avuto un effetto devastante sull’economia italiana nei primi mesi del 2020. Qual è stato l’impatto sulla circolazione del contante? Abbiamo provato a fare chiarezza tra voci disfattiste che parlavano di un crollo dell’80% e altre più ottimistiche tendenti alla minimizzazione, grazie al supporto incontrovertibile dei dati, ricordiamo che grazie alla piattaforma Knox si gestisce il contante di circa il 55% dei punti di raccolta in Italia (filiali bancarie, gruppi retail, bancomat).

I numeri devono essere letti tenendo in considerazione le misure adottate per contenere il contagio e la loro applicazione territoriale, per il dettaglio si veda la nota in calce all’articolo.

Le misure hanno avuto un effetto limitatissimo in febbraio perché applicate ad un territorio di circa 50.000 abitanti, e parziale in marzo, mentre tutto il mese di aprile è stato soggetto alle disposizioni più restrittive. Questo si rispecchia perfettamente nei numeri analizzati.

MeseFilialiBancomatRetailB. d’ItaliaTotale
Gennaio1,79%-18,24%2,05%-5,85%-1,75%
Febbraio9,18%-9,07%11,92%-15,50%2,45%
Marzo-31,06%-48,49%-32,04%-31,82%-35,35%
Aprile-48,99%-62,61%-53,51%-53,25%-52,66%
Maggio-35,82%-45,75%-44,68%-38,47%-39,39%

I dati totali di gennaio e febbraio sono perfettamente sovrapponibili con l’anno 2019 (le differenze si spiegano con il diverso numero di giorni lavorativi), tuttavia si notano alcune differenze tra i vari tipi di punti di raccolta: i viaggi da e verso Banca d’Italia sono risultati significativamente inferiori a gennaio e febbraio a causa della progressiva diffusione delle compensazioni tra giacenze di banche diverse all’interno della stessa sala conta (grazie all’uso del modulo di Knox “compensazioni senza viaggi in Banca d’Italia“), mentre l’aumento del volume dalla grande distribuzione ha bilanciato la riduzione del comparto bancario (filiali e ATM).

È interessante notare che nonostante le misure abbiano riguardato l’intero territorio nazionale (a parte la piccola area oggetto del primo lockdown), si sono avute riduzioni diverse da regione a regione, come indicato nelle seguenti immagini:

Sovrapponendo il grafico di aprile (che rappresenta la diminuzione durante il periodo di lockdown) con quello della percentuale di popolazione colpita dal contagio, si evince una corrispondenza quasi perfetta, con l’eccezione del Lazio spiegabile con le peculiarità della città di Roma, colpita meno duramente dall’epidemia ma sede di numerose attività parzialmente o completamente chiuse durante il lockdown, come ad esempio le pubbliche amministrazioni.

Se diamo uno sguardo ai dati di maggio, anche se il calo è ancora presente si vedono i primi segnali delle aperture con inversione del trend. Dai dati in nostro possesso relativi alla prima metà di giugno vediamo un ulteriore aumento nell’utilizzo del contante: nonostante sia stata procrastinata l’apertura di molte attività turistiche riteniamo sia plausibile una ripresa di un ulteriore 9-10%,

 

Nota: dettaglio sulle disposizioni emanate per il contenimento delle infezioni

21 febbraio: lockdown in un’area circoscritta della Lombardia (chiusura delle scuole, attività produttive, ludico-sportive, di ristorazione e commerciali non di pubblica utilità)
23 febbraio: lockdown esteso ad un altro Comune nel Veneto
4 marzo: chiusura delle scuole e degli stadi in tutto il territorio nazionale
9 marzo: misure restrittive a tutta la Lombardia e parti di Piemonte, Emilia-Romagna, Veneto e Marche: vietati gli spostamenti al di fuori e all’interno dei suddetti territori
11 marzo: estensione del divieto di spostamento a tutto il territorio nazionale
21 marzo: lockdown in tutto il territorio nazionale
4 maggio: parziale allentamento delle misure restrittive con la riapertura di alcune attività produttive, commerciali e di ristorazione, via via introdotte nel corso del mese di maggio
3 giugno: sono consentiti gli spostamenti tra regioni

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